Come diventare game designer

7 marzo 2023



Oltre a essere un passatempo sempre più popolare, quello dei videogame è un mercato in grande

espansione. Il boom è avvenuto durante il lockdown: private della possibilità di trascorrere il

proprio tempo libero all’aperto, molte persone hanno scoperto questo tipo di divertimento

domestico. E se alcuni sono tornati a svagarsi fuori di casa, non sono pochi quelli che si sono

affezionati al gaming e hanno continuato a giocare anche dopo la fine della fase più acuta della

pandemia.


 Cosa fa il game designer



Le aziende produttrici di videogame hanno avuto ricavi molto importanti e con essi è arrivata la

possibilità di ampliare il proprio organico. Tra le figure più ricercate c’è quella del game designer.

Ma di che cosa si occupa questa risorsa? Il game designer è un po’ come il narratore in un romanzo:

concepisce il gioco nel suo complesso, immagina storie e personaggi e sviluppa le dinamiche al fine

di offrire al giocatore la migliore esperienza possibile.

Per fare questo il game designer non lavora da solo. Nelle aziende di videogiochi lavorano team di

tecnici, grafici e programmatori, che hanno l’obiettivo non sempre semplice di tradurre in realtà la

sua creatività. Quest’ultima non può ovviamente mancare tra le soft skills del mestiere, così come la

capacità di lavorare in gruppo e la gestione del tempo e delle responsabilità.

 Come diventare game designer



Ma oltre alle soft skills, cosa serve per diventare game designer? La verità è che non esiste un

percorso prestabilito. Alcune competenze tecniche sono necessarie. L’utilizzo di software

conosciuti e di uso comune come Photoshop ad altri un pochino più specifici come Autodesk Maya

e Unreal Engine rimane la base del mestiere, dunque la capacità di usarli è fondamentale.

Per quanto riguarda il percorso di studi, i game designer vengono dai background più diversi. Molti

possiedono lauree in ingegneria o scienze informatiche, ma non sono pochi quelli che hanno

studiato design o materie umanistiche: la conoscenza della storia e della letteratura può essere molto

utile per la creazione della trama di un videogioco.

Si può anche non frequentare un percorso universitario tradizionale e optare per un corso specifico

per game designer, dove insegnano a utilizzare i software necessari e che rilasciano un attestato

riconosciuto. Questo attestato è senz’altro apprezzato dalle aziende, ma bisogna dire che non è

strettamente necessario. Spesso infatti i datori di lavoro di questo ambito guardano maggiormente al


portfolio e ai progetti già completati che al percorso di studi. Il consiglio è dunque quello di

“sporcarsi le mani” provando a progettare qualcosa, anche non di troppo complesso e ispirato a

giochi già esistenti. Infine, l’ultima condizione necessaria è un’ottima conoscenza della lingua

inglese, che è la lingua franca anche nel mondo del gaming.



 In conclusione



La prospettiva di diventare game designer affascina un gran numero di appassionati di videogiochi

in tutto il mondo, perché consente di trasformare la propria passione in un lavoro. La concorrenza

però è tanta e non si può pensare che per diventare game designer basti essere un esperto di

videogiochi. La creatività e la capacità di programmare e sporcarsi le mani sono i primi ingredienti

per trasformare un sogno in realtà.



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