Molestie sul posto di lavoro : il nuovo sondaggio della SECO

11 febbraio 2025



Le molestie sessuali sul posto di lavoro rappresentano un fenomeno tristemente diffuso, dal profondo impatto sull’ambiente lavorativo e sul benessere personale. Non sempre è chiaro cosa si definisce esattamente come molestia sessuale. La giurisprudenza elvetica ha concluso che per molestie sessuali sul posto di lavoro si intendono tutti i comportamenti di natura sessuale o sessista che si verificano nel contesto lavorativo, sono indesiderati dalle persone coinvolte e sono percepiti come una violazione dell’integrità personale. Tali comportamenti includono osservazioni, battute, gesti o contatti fisici non richiesti, nonché situazioni di pressione psicologica o ricatti.



I risultati principali




Lo studio commissionato dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo (UFU) e dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), condotto nel 2023, fornisce una fotografia dettagliata della situazione in Svizzera. La ricerca ha coinvolto un ampio numero di partecipanti, con 2533 dipendenti e 2063 aziende che hanno contribuito attraverso questionari online.

La diffusione delle molestie sessuali sul posto di lavoro è preoccupante. Più della metà dei lavoratori intervistati, pari al 52%, ha dichiarato di aver vissuto episodi di comportamenti sessisti o sessuali indesiderati durante la propria carriera. Le donne risultano particolarmente colpite, con una percentuale del 58,8%, significativamente superiore rispetto al 45,9% degli uomini. Questo divario è confermato anche nell’analisi degli episodi verificatisi negli ultimi 12 mesi: circa un terzo degli intervistati (30,3%) ha subito comportamenti simili, con un impatto maggiore sulle donne (34,5%) rispetto agli uomini (26,5%). Questi dati mettono in luce l'urgenza di affrontare il problema attraverso misure preventive e un cambiamento culturale.

Il personale della Svizzera tedesca segnala gli episodi con una frequenza leggermente superiore (53%) rispetto a quello della Svizzera francese (51%) e del Ticino (44%). I tipi di comportamento più frequentemente vissuti sono osservazioni o battute svilenti o oscene, racconti non richiesti a contenuto sessuale, gesti o atteggiamenti osceni, contatti fisici, fischi, sguardi, messaggi o e-mail indesiderati, svilenti o osceni. I settori più colpiti sono l’edilizia, l’alberghiero e la ristorazione, seguiti dal settore sanitario e sociale. I giovani, il personale in formazione e chi lavora a turni risultano particolarmente vulnerabili. Gli autori delle molestie sono invece in grande maggioranza uomini.


Reazioni e conoscenza dei diritti



Le reazioni più comuni alle molestie sono il confronto privato (57%) e il dialogo con i colleghi (51%). Tuttavia, il 40% delle vittime non reagisce, e solo il 18% si rivolge ai responsabili aziendali. Una delle possibili cause potrebbe essere la scarsa conoscenza di diritti e obblighi legali sul tema: solo il 20% del personale dichiara di  conoscerli. Questa mancanza di consapevolezza rende difficile per le vittime identificare i comportamenti inappropriati, denunciarli e cercare supporto. Inoltre, il deficit informativo può alimentare un clima di impunità e indebolire le iniziative di prevenzione, compromettendo gli sforzi per creare un ambiente lavorativo sicuro e rispettoso. Il problema è diffuso anche tra i datori di lavoro: l’85% presenta infatti lacune nella conoscenza delle responsabilità legali.


Raccomandazioni per la prevenzione e l’intervento



Lo studio ha anche una parte prescrittiva, dalla quale emergono tre principali ambiti d’azione, ognuno dei quali mira a contrastare le molestie sessuali sul posto di lavoro in modo organico e mirato.

Il primo, la prevenzione, pone l’accento sulla necessità di sensibilizzare e formare costantemente il personale a tutti i livelli aziendali. Questo agisce su due principali direttrici, la formazione, tramite sessioni formative regolari e iniziative che promuovano la consapevolezza sui diritti e sui comportamenti accettabili, e la repressione, con l’adozione di una politica aziendale di tolleranza zero.

Il secondo, l’intervento, richiede la creazione di strutture che rendano più agevole la segnalazione degli episodi, garantendo un supporto immediato e adeguato alle vittime. Le aziende devono implementare procedure chiare per la gestione dei reclami, che includano l’istituzione di figure di riferimento e servizi di consulenza interna o esterna. Questo sistema deve essere accompagnato da un approccio che eviti di colpevolizzare le vittime, focalizzandosi invece sul richiamare alle loro responsabilità gli autori dei comportamenti molesti.

Infine, la ricerca e validazione si concentra sulla necessità di approfondire le differenze culturali e di genere che influenzano la percezione e l’incidenza delle molestie. Un’attenzione particolare dovrebbe essere riservata alle piccole e medie imprese, spesso meno attrezzate per affrontare tali problematiche. Valutare e aggiornare periodicamente i regolamenti vigenti consentirà di adattarli alle mutevoli esigenze del mondo del lavoro, migliorando l’efficacia delle misure adottate.


In conclusione



Contrariamente a quelle che potrebbero essere le aspettative, la filosofia Zen ha molti ambiti di applicazioni nel mondo del lavoro. Favorire un ambiente più rilassato, con obiettivi chiari e attento alla vita privata e alla creatività dei dipendenti può portare solo benefici, sia dal punto di vista economico, sia da quello umano.



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