La policy sullo smart working interno, per datori di lavoro e lavoratori

10 agosto 2022




Nonostante la fine dell’emergenza pandemica, il lavoro agile o smart working è rimasto una realtà

nelle aziende svizzere. La possibilità di lavorare da casa o comunque non in ufficio rende più

semplice per molti lavoratori coniugare vita professionale e familiare, evitando spese e perdite di

tempo in macchina o sui mezzi pubblici.


  Le regole per lo smart working




Prima dell’obbligo forzato di lavorare da remoto dovuto all’esplosione del Covid-19, molti datori di

lavoro temevano che non avere i propri dipendenti sott’occhio fisicamente avrebbe portato a un calo

della loro produttività. Questo in realtà non è avvenuto, anche grazie a un sistema di regole chiare

che tutelano tanto il datore di lavoro quanto il lavoratore.

Innanzitutto, la postazione di lavoro domestica deve essere idonea in termini di abitabilità,

climatizzazione e illuminazione. Qualora così non fosse, i costi di installazione e manutenzione

sono a carico del datore di lavoro. Il lavoratore ha poi un “diritto alla disconnessione”: spesso infatti

è capitato che il lavorare da casa portasse al non avere chiari orari di lavoro, dal momento che non

c’era una chiara distinzione fisica tra luogo di riposo e luogo di lavoro. È invece obbligatorio che gli

vengano garantiti gli stessi orari che si osservano per i lavoratori in presenza.

Se da una parte il datore di lavoro si fa carico di una serie di responsabilità, anche il lavoratore da

remoto deve rispettare alcune regole. La postazione di lavoro, finanziata dal datore, può essere

utilizzata esclusivamente ai fini della prestazione e solo dal singolo lavoratore, per il quale è anche

prevista una formazione obbligatoria in materia di sicurezza. Inoltre, il datore di lavoro ha il diritto,

cosi come lo hanno le rappresentanze sindacali e le autorità competenti, di accedere al luogo in cui

si svolge il telelavoro. Questa visita può anche essere effettuata in modalità telematica.


 Il caso dei frontalieri



Un tema sollevato in questi anni di pandemia è stato quello del telelavoro dei frontalieri. Queste

persone lavorano in Svizzera ma risiedono in un altro Paese. Cosa succede se lavorano da remoto

nel loro Paese di residenza? Nel periodo di emergenza pandemica il Consiglio Federale di Berna

aveva stabilito, in armonia con gli altri Stati europei, che sebbene lavori fisicamente all’estero (e a

prescindere dalla percentuale di attività svolta lontano dai confini della Confederazione), un

lavoratore frontaliere rimane soggetto alla legislazione svizzera in materia di sicurezza sociale. La

norma doveva scadere nel giugno 2022, ma è stata prorogata almeno fino a fine anno. È possibile


che a partire dal 2023 ci sia una modifica legislativa, immettendo forse un limite alla percentuale di

lavoro svolto all’estero.


In conclusione



Il lavoro agile è stata una grande innovazione portata dalla pandemia e rimarrà anche dopo il

definitivo superamento del Covid-19. Accanto ai benefici però, lo smart working nasconde qualche

insidia. Il lavoro da remoto sta infatti portando a una maggiore esternalizzazione dello stesso, con

minori protezioni sociali per i lavoratori. Il legislatore dovrà intervenire per ridurre i danni sociali di

un processo che sarà però difficile fermare.

Autore: Ale APA 2 luglio 2025
 L’architettura, da sempre specchio delle trasformazioni sociali e culturali, si trova oggi al centro di una rivoluzione silenziosa ma profonda. In Svizzera, come altrove, l’architetto del 2030 non sarà solo un progettista di spazi, ma un mediatore tra tecnologia, ambiente e società. Le sfide globali – dalla crisi climatica alla digitalizzazione – stanno ridefinendo il profilo professionale di chi disegna il mondo in cui viviamo. Ma quali competenze saranno davvero indispensabili per affrontare questo futuro in continua evoluzione?
Autore: Ale APA 24 giugno 2025
 In Svizzera, l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro rappresenta una fase cruciale e spesso complessa. Nonostante un sistema formativo solido e un'economia stabile, i giovani affrontano sfide significative nel passaggio dalla formazione all'occupazione.
Autore: Ale APA 19 giugno 2025
 Se c’è un materiale che ha modellato il mondo moderno, quello è il calcestruzzo. Strade, ponti, dighe, edifici, marciapiedi, grattacieli: è ovunque. Tuttavia, c’è un lato oscuro in questa onnipresenza. La produzione di cemento, ingrediente chiave del calcestruzzo, è responsabile da sola di circa l’8% delle emissioni globali di CO₂. Una cifra impressionante, che rende urgente la ricerca di alternative più sostenibili. La buona notizia? La trasformazione è già in corso. Negli ultimi anni, scienziati, ingegneri e aziende hanno compiuto progressi notevoli nello sviluppo di calcestruzzi a basso o nullo impatto ambientale, che promettono di rivoluzionare il settore delle costruzioni.
Autore: Ale APA 12 giugno 2025
 L’intelligenza artificiale (IA) non è più una promessa futuristica: è una realtà concreta che sta trasformando il modo in cui lavoriamo. Nel settore amministrativo, dove la precisione, l’organizzazione e la gestione dei flussi informativi sono da sempre centrali, il suo arrivo sta ridisegnando ruoli, competenze e aspettative. La sfida che comporta è doppia: cogliere le opportunità di innovazione, senza trascurare le implicazioni sociali e occupazionali di questo cambiamento.
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